Nella lotta ai capelli grassi, in cui l'obiettivo è allungare i tempi tra un lavaggio e l'altro e arrivare a lavarmi i capelli al massimo ogni 5 giorni, ho provato davvero tanti prodotti. Un altro prodotto di cui vorrei parlarvi è lo Shampoo Lush “A testa alta”, formulato appositamente per i capelli grassi.
Per chi non la conoscesse Lush è una casa cosmetica inglese che ha un meraviglioso obiettivo: creare cosmetici freschi e biologici, che rispettino l'ambiente e che non si servano di test sugli animali. E lo fanno in modo davvero strepitoso proponendo una vasta gamma di prodotti per corpo, viso, capelli, bagno e tanto altro, che hanno la caratteristica di essere coloratissimi e profumatissimi, pur nel rispetto di quei valori che ho elencato.
Non so a voi, a me piace un sacco che un'azienda abbia una mission così caratterizzata a livello etico, e spendo più volentieri se ho la certezza di comprare qualcosa la cui produzione ha avuto un basso impatto ambientale.
Non so a voi, a me piace un sacco che un'azienda abbia una mission così caratterizzata a livello etico, e spendo più volentieri se ho la certezza di comprare qualcosa la cui produzione ha avuto un basso impatto ambientale.
Lo shampoo che ho acquistato è una bottiglina da 100 ml, e ha avuto un costo di 7,50€. Si tratta di un concentrato di frutta fresca enzimatica, come mango, papaia, ananas e kiwi, che spremono i capelli grassi in modo naturale. Il profumo è delizioso, il risultato anche. Ma prima di parlare dell'utilizzo vediamo insieme l'INCI. Il sito evidenzia in verde gli ingrediente di origine naturale, e in nero gli ingredienti sintetici ritenuti sicuri, dunque vi riporto la stessa divisione:
Acqua (Aqua), Sodium Alkyl Sulfate (Sodium Alkyl Sulfate), Ammonium Laureth Sulphate (Ammonium Laureth Sulphate), Cocamide MEA (Cocamide MEA), Propilene glicolico (Propylene Glycol), Profumo (Perfume), Olio essenziale di limone (Citrus limonum), Succo fresco di papaya (Carica papaya), Sale marino fino (Sodium chloride), Estratto di carragenina (Chondrus crispus), Olio essenziale di arancia (Citrus sinensis), Succo fresco d'Ananas (Ananas sativus), Succo fresco di kiwi (Actinidia chinensis), Succo fresco di mango (Mangifera indica), *Citral (*Citral),*Limonene (*Limonene), Benzyl Alcohol (Benzyl Alcohol), Methylparaben, Propylparabene (Propylparaben)
*Naturalmente presente negli oli essenziali
Con l'aiuto del biodizionario ho fatto un'analisi degli ingredienti, e questo è il risultato della conta dei pallini gialli e rossi. Naturalmente tutti gli altri sono verdi:
Pallini gialli
Ammonium Laureth Sulphate
Limonene: allergene del profumo (in questo caso di origine naturale)
Benzyl Alcohol: conservante, solvente, allergene del profumo. È indicato dal sito come conservante approvato dalla Soil Association per l’uso in cosmetici biologici.
Pallini rossi
Sodium Alkyl Sulfate: tensioattivo ricavato dall'olio di cocco
Cocamide MEA: emulsionante / stabilizzante emulsioni / tensioattivo / viscosizzante, ricavato dal cocco
Methylparaben: conservante
Propylparabene: conservante
Risultati ambigui:
Propylene Glycol: ci sono tanti risultati con pallini di colori differenti per questo ingrediente. Sul sito si dice che sia di origine sintetica sicura, ma forse sono un po' di parte. È un ingrediente di origine petrolchimica.
Profumo: non viene specificato di quale profumo si tratta. In tutti i casi elencati dal biodizionario ci sono pallini rossi e gialli e nemmeno uno verde, ma onestamente non vorrei metterlo nella categoria sbagliata, percui preferisco metterlo nella categoria dei risultati ambigui. Il sito parla di formulazione segreta per questioni di rischio di spionaggio industriale, ma parlano di una percentuale elevata di profumi di origine vegetale.
Olio essenziale di limone: viene considerato rosso solamente per le pelli esposte al sole, diversamente è verde. In questo caso trattandosi di un'applicazione sui capelli e non sulla pelle, dovrebbe essere pallino verde. Per correttezza ritengo che sia una voce ambigua.
Chondrus crispus: non ho trovato alcun risultato. La parola “crispus” da sola ha generato un risultato positivo, suppongo di poterlo ritenere un pallino verde, visto che si tratta di un ingrediente di origine naturale, ma appunto non sono un'esperta.
Citrus sinensis: non ho trovato nulla in merito, ma trattandosi di un olio essenziale di arancia penso che sia da considerare positivo.
Citral: il biodizionario mi restituisce due risultati identici, di cui uno con pallino giallo e uno con pallino verde. Il sito lo indica come ingrediente naturale.
Insomma, l'INCI non è esattamente roseo come quello dello Shampo Herbsardinia di cui ho scritto una recensione, ma non mi sento di demonizzarlo, perchè tutto dipende anche un po' dalle proprie priorità. In questo caso la mia priorità non è salvaguardare il pianeta dai parabeni, che in alcuni studi sono associati a una maggiore incidenza dei tumori, ma aiutare i miei capelli ad acquistare un grado di autonomia dall'acqua maggiore. Se dovessi decidere un giorno di combattere una crociata ai parabeni, certamente scarterei questo prodotto. Il sito asserisce di utilizzare meno della metà della quantità dei parabeni consentiti per legge, quindi si tratta davvero di scendere a compromessi tutto sommato accettabili. Ognuno conosce il proprio bisogno, sempre e comunque.
Vi racconto la mia esperienza in ogni caso. Come sapete è mia usanza diluire lo shampoo per mitigare l'aggressività dei tensioattivi e rovinare meno i capelli. La quantità di shampoo che generalmente utilizzo è di 1 cucchiaino e mezzo o due, diluiti in altrettanta acqua. Ebbene, con questo shampoo ho potuto ridurre serenamente la dose a mezzo cucchiaino di prodotto, diluito in un po' d'acqua. Insomma, ne basta veramente pochissimo per vedersi la testa piena di schiuma! Questo significa implicitamente che c'è un risparmio economico: anche se la bottiglietta è da 100 ml, in realtà durerà quanto e più di una bottiglia da 200 ml, dal momento che il prodotto sembrerebbe concentrato. In questo senso è decisamente un vantaggio, visto anche che apparentemente si tratta di un prodotto leggermente costoso.
Una piccola precisazione sull'utilità della schiuma: in generale non è garanzia di pulito. La schiumosità è solo qualcosa che le case produttrici di cosmetici inseriscono nei prodotti lavanti perchè le persone sono abituate ad associare l'idea di pulito alla nutrita schiuma, ma in realtà si tratta solo di soddisfare una necessità di marketing, e si può avere un'eccellente azione lavante anche da prodotti che non generano schiuma. Con lo shampoo “A testa alta” bisogna dire che si ha la botte piena e la moglie ubriaca, con un prodotto parecchio schiumogeno ma delicato e lavante.
E il profumo che lascia sui capelli è davvero strepitoso, soprattutto se vi piacciono i profumi freschi e agrumati. A me piacciono un sacco, sono i miei preferiti!
Ho utilizzato questo shampoo in associazione con un balsamo sempre di Lush, di cui parlerò nella prossima recensione. Il risultato anche dopo l'asciugatura è stato davvero buono: mi sono sentita i capelli leggeri e puliti come dopo la parrucchiera, e la pulizia è durata davvero tanto rispetto al mio solito. I capelli hanno avuto bisogno di una rilavata dopo 3 giorni pieni, e di questo sono stata davvero contenta. Anche il profumo è piuttosto persistente e ciò è gradevole.
Purtroppo l'uso prolungato mi è sembrato che seccasse un pochino la cute, e che generasse un minimo di desquamazione, quindi ho deciso di usarlo alternato ad altri prodotti più delicati, di cui vi parlerò in seguito.
In generale è un prodotto che mi sento di consigliare per soddisfare l'esigenza di mantenere i capelli puliti più a lungo, a patto di utilizzare un olio ammorbidente sulle punte subito dopo l'asciugatura. Nella prossima puntata parleremo del balsamo che ho usato insieme a questo shampoo: Shining! Di Lush.
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